2 marzo 2010

Gli ogm fra noi


La decisione è gravissima: oggi la Commissione Europea ha dato il via libera alla patata ogm.
Perché gravissima? Lo spiegava bene Percy Schmeiser, che intervistavo proprio un anno fa a Milano. 78 anni, canadese, simbolo degli agricoltori che si sono ribellati alla Monsanto e ai suoi metodi poco ortodossi per imporre le sementi ogm.
La sua storia è quella di migliaia di piccoli e medi coltivatori, nel nord come nel sud del mondo, costretti ad accettare l'impero di poche multinazionali senza trarne vantaggio alcuno.
Al di là dei possibili rischi per la salute (studi sul tema sono ancora in corso), quello che più mi allarma nella diffusione delle sementi geneticamente modificate è proprio la schiavitù che esse causano e che rischia di piegare soprattutto i coltivatori poveri dell'Africa, Asia e America Latina.
Per capire meglio, ecco la storia dei coniugi Schmeiser, come pubblicavo su "Notizie Verdi" il 20 marzo 2009.

NON RIPETETE IL NOSTRO ERRORE
«Io e mia moglie Louise abbiamo speso cinquant’anni per selezionare un seme di colza adatto alla nostra regione, nel Canada occidentale. Ma un brutto giorno ci è arrivata una denuncia dalla Monsanto, che ci accusava di violazione di brevetto. Capimmo che era finita: mezzo secolo di lavoro in fumo». Chi parla è Percy Schmeiser, agricoltore 78enne, famoso in tutto il mondo per la sua battaglia contro il colosso degli Ogm. Non è solo l’età avanzata: a vederlo, con quell’aria mite, non ci si aspetta la grinta che da dieci anni lo porta in giro per il mondo a lanciare moniti sulle
conseguenze dell’uso dei semi geneticamente modificati. In Italia è venuto nei giorni scorsi, su invito della società del biologico Ecor naturasì. E la sua storia ha dell’incredibile. Nel 1996, il Canada autorizza l’introduzione di quattro Ogm: mais, colza, soia e cotone. Nel ’99 la Monsanto denuncia per la prima volta gli Schmeiser. Percy, che è stato sindaco e anche membro del provincial parliament, non ha scampo
e viene condannato a pagare 170mila dollari (più 300mila di spese processuali): non importa come le sementi Ogm siano giunte sul suo suolo, fosse anche col vento; se ci sono, è violazione di brevetto, si deve pagare e per giunta tutto il raccolto diventa
di proprietà della Monsanto.
Non contenta, la multinazionale li denuncia di nuovo chiedendo che gli Schmeiser paghino le sue spese processuali: un milione di dollari. La Corte stavolta
dice di no, perché la multinazionale aveva fatto affermazioni false in tribunale. Un anno fa, il terreno dei due coniugi è di nuovo contaminato. Gli Schmeiser fanno
causa alla Monsanto, che stavolta ammette le proprie responsabilità e con un accordo extragiudiziale accetta di pagare le spese di bonifica del terreno. Dopo dieci anni di lotte, un successo.
«È stata una vittoria non solo per noi, ma per tutti i contadini del mondo - dice Percy -. Abbiamo creato un precedente: ora gli agricoltori sanno che hanno il
diritto di chiedere la bonifica dei propri terreni». Il racconto non si ferma alla loro vicenda personale: Percy Schmeiser denuncia che, a tredici anni dall’introduzione degli Ogm, in Canada oggi non esistono più semi puri. La
contaminazione si è estesa anche a piante della stessa famiglia ed è addirittura arrivata al miele. Anche l’economia agricola è andata a rotoli: molti Stati esteri non accettano più di comprare i loro prodotti. Un vero disastro. Non a caso le previste autorizzazioni per altri Ogm, riso, frumento, erba medica e lino, non sono più state date. Si è capito che la coesistenza tra Ogm e semi tradizionali
non è possibile. Alla faccia delle promesse fatte quando vennero autorizzati gli organismi geneticamente modificati, che dovevano «costare meno, far usare
meno pesticidi e produrre raccolti più nutrienti», si constata che nulla di tutto ciò è vero: raccolti poveri di sostanze nutritive, pesticidi sempre più forti e di conseguenza costi che lievitano. Da ultimo, la denuncia di Percy è sui metodi spietati della multinazionale: «Con una pubblicità, la Monsanto invita gli agricoltori a denunciare i vicini che potrebbero far uso di Ogm senza licenza,
promettendo in cambio una giacca di pelle. In tal modo, ciascuno è diffidente e sospettoso nei confronti dei colleghi. Quando si acquista da loro, fanno firmare un
contratto in cui ci si impegna a non far mai causa alla Monsanto e a non parlare coi media in caso di problemi. Ricorrono anche a vere e proprie lettere di estorsione.
Possono scriverti: “Crediamo che lei coltivi soia Ogm senza autorizzazione: se vuole evitare la causa ci invii 100mila dollari”.
Il nuovo pericolo è che oggi la multinazionale cerca di acquistare aziende di semi anche biologici in tutto il mondo. In Canada si fa sempre più fatica a trovarli».
Percy conclude con un monito: «Come nonno non voglio lasciare ai miei nipoti un’eredità di terra, aria e acqua sature di veleni. Nel ’96 in Canada eravamo ignari
delle conseguenze della nostra scelta. Ma voi ora no. Per questo giro il mondo dicendo: non fate il nostro errore».

1 commento:

  1. Riguardo alla Patata Amflora, della multinazionale Basf servirà per:
    - costruire filati più forti,
    - per costruire una carta più lucida,
    - per fabbricare intonaci più aderenti,
    - ed anche per mangime animale.
    Molti agricoltori potrebbero essere tentati di dismettere le loro culture destinate a produrre beni per l’alimentazione per avviarsi verso la produzione di questa patata per l’industria. Si viene ad ampliare un fenomeno che già esiste da tempo nel mondo: immensi territori dedicati alla coltivazione di cotone, di colza e di altri prodotti che non sono alimentari. Allora, i nuovi prodotti come la Patata Amflora vanno sicuramente nella direzione della diminuzione della produzione alimentare globale.
    Certo, altri prodotti Ogm possono essere indirizzati verso l’incremento della produzione alimentare, ma i brevetti di questi prodotti in mano alle grandi multinazionali determineranno un nuovo assetto degli equilibri produttivi. I guadagni dell’operazione Ogm saranno in capo alle società che hanno depositato il brevetto che cercheranno di spartirli minimamente con gli agricoltori che si presteranno all’operazione.
    La diffusione della produzione Ogm creerà concentrazione economica nel settore primario, settore che fino ad oggi si è caratterizzato per la presenza di tanti piccoli produttori.
    Già abbiamo assaporato gli effetti della grande concentrazione bancaria in mano a pochi privati, gli effetti sono stati questa crisi economica. Una grande concentrazione della produzione alimentare in poche mani non può farci dormire sonni tranquilli.

    francesco zaffuto www.lacrisi2009.com

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