1 marzo 2010

Oggi, senza di noi



Forse non sarà un vero e proprio sciopero. Forse i numeri non saranno stratosferici. Il poco tempo intercorso tra i fatti di Rosarno - il motivo scatenante - e la data di oggi certo non ha aiutato. Ma intanto, per la prima volta, in Italia i migranti si uniscono per far sentire la loro voce. In maniera ancora imperfetta, ma è un inizio importante, importantissimo.
Il primo passo di una presa di coscienza, per chi vive nel nostro paese e finalmente alza la testa, ma anche per gli italiani che sono costretti a prendere atto che l'Italia del presente e del futuro non può prescindere dalla presenza di cittadini stranieri.
E mentre scrivo sento che a Brescia alcune fabbriche son state costrette a chiudere a causa dell'alto numero di lavoratori migranti che hanno aderito a "Una giornata senza di noi".

Intanto, proprio pochi giorni fa a Torino è nata l'ANSI, l'Associazione Nazionale Stampa Interculturale, che, sotto il cappello della FNSI (la Federazione della Stampa), si propone di aggregare e dar voce e visibilità ai molti giornalisti di origine straniera che lavorano nel nostro paese. Fra gli obiettivi, quello di "promuovere l’interculturalità, promuovere all’interno della categoria l’aggiornamento tecnico-professionale sui temi dell’immigrazione, contribuire all’elaborazione e all’attuazione di politiche e pratiche per la promozione della diversità culturale all’interno dei media". L'ANSI sarà aperta anche ai giornalisti italiani sensibili a questi temi.
Un ulteriore piccolo segnale della direzione irreversibile presa dalla storia.

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