"Simama, alzati Africa". Un auspicio, un augurio, una speranza condivisa da chiunque ami quella terra rossa e solare, quei popoli vivi e vitali, quei colori assoluti. E da chiunque soffra davanti alle enormi ingiustizie di cui questo continente è vittima.
7 luglio 2013
Bukavu la belle
Certo, quattro giorni sono pochi per esprimere pareri, ma qualcosa si può comunque dire.
Rispetto a due anni fa, la città di Bukavu appare migliorata. Non chissà che, ma per chi arriva da Goma già trovare le strade principali asfaltate pare un miraggio. Le varie persone con cui ho parlato mi confermano che in città non va male. I problemi restano invece all'interno, nei villaggi, dove l'insicurezza è alta. E ciò provoca inevitabilmente un flusso continuo di persone verso Bukavu, sempre più grande ed estesa ed incapace di assorbire una tale quantità di gente.
Non se la passano bene affatto, invece, i difensori dei diritti umani e i giornalisti, minacciati di morte continuamente, veri eroi della quotidianità che continuano a compiere il loro lavoro senza grandi proclami.
L'altro ieri sera, grazie a un'amica, mi sono imbucata nella serata organizzata all'hotel più fashion della città (quello dove risiedono le autorità di passaggio), per accogliere il Ministro belga della Cooperazione, accompagnato dall'ambasciatore. Tutte le autorità locali, civili e religiose, presenti. Serata istruttiva, soprattutto sul rapporto che ancora lega colonizzatori e colonizzati. Una sindrome di Stoccolma, parrebbe a volte.
E domani Bukavu in festa riceve madame Hollande...
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