12 novembre 2008

Ciao Miriam

Nessuno se lo sarebbe mai immaginato, che Miriam Makeba lasciasse questo mondo così. A Castel Volturno, davanti a una folla di immigrati africani senza documenti e senza speranza. Davanti al simbolo per eccellenza dei mali d'Italia e d'Europa, un concentrato di tutto ciò che non va nei rapporti tra Nord e Sud: criminalità organizzata, sfruttamento, invisibilità, ghettizzazione, razzismo, guerra tra poveri. Non è morta nel suo Sudafrica, magari in una delle township simbolo della lotta per la liberazione dei neri. Non è morta in un altro paese del suo amato, devastato continente. Nè davanti a una platea di neri americani. E' morta a Castel Volturno. E non posso fare a meno di pensare che sia un segno. Uno di quei fatti che parlano, che da soli indicano una direzione.
Come quel Venerdì Santo di undici anni fa, quando un barcone carico di albanesi naufragò, speronato da una corvetta della marina italiana, e 85 persone persero la vita. Miriam se n'è andata con un messaggio: la nuova lotta di liberazione dei neri d'Africa passa per Castel Volturno. Con tutto ciò che questo implica.

3 commenti:

  1. sto visitando ora il tuo blog.
    Complimenti!!
    semplice e chiaro!ci voleva!!!

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  2. Ciao bello il blog.... veramente non so come funzionano i blog spero di usarlo nel modo giusto... e´ veramente un segno che Miriam Makeba sia venuta in italia ad insegnarci láccoglienza..... non so se hai letto che MSF non cerchera´piu´di aiutare a Lampedusa gli immigrati clandestini.... finche´il governo non mastrera´un po´di impegno verso di loro.... rimango sempre piu´basita dalla indifferenza del nostro governo verso chi ha bisogno ... cosa si puo´fare per svegliarlo? e per svegliare gli italiani?

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  3. Ciao Giusy,
    grazie di questo commento che fa bene al cuore e al mio in particolare che sono di un posto non lontano di lì anche se,come a volte succede, mi trovo a fare l'immigrata altrove.
    Provare a dire di Castel Volturno, di San Cipriano d'Aversa, di Casal Di Principe a me provoca intensi sentimenti di amore e al tempo stesso di amarezza, le parole non bastano.
    Incontri il peggio che puoi immaginare ma anche tanta ricchezza che non sai, nei bianchi e nei neri, è anche quello il paese di don Diana e di Jerry Maslow.
    Ma la speranza passa proprio di là?
    Forse Miriam questo l'ha sentito, forse il suo grande spirito ha sentito che poteva volare via sereno in un posto in cui tanti "neri" hanno trovato le parole che i bianchi soffocano in gola, che stava difronte nonostante la tragedia, a un sogno che stava iniziando.
    A tutti noi resta di continuare a sognarlo, di portare la fatica sulle nostre spalle,la fermezza nelle nostre mani, l'urlo nella nostra gola, il canto di Miriam nel nostro cuore insieme a un grazie che si scioglie tra lacrime calde.
    Cristina

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