10 gennaio 2014

L'unica via per la libertà?

Pare che tutto sia partito da un tweet, ma chi sia la fonte del rumeur non si sa. Sta di fatto che la notizia (già smentita dalla portavoce del presidente) dell'improvvisa morte di Paul Kagame ha suscitato reazioni opposte: silenzioso terrore in Rwanda (dove la gente non osa commentare al telefono perché tutto è controllato), sfrenate manifestazioni di giubilo in Congo. La voce è esplosa ovunque e la gente si è riversata nelle strade a festeggiare: a Bukavu, Beni, Butembo, Kisangani, ma soprattutto a Goma, dove giovani hanno improvvisato un finto funerale con tanto di bara per le strade principali, mentre i mototaxi suonano i clacson, i negozi chiudono e alcune scuole mandano a casa gli studenti. Un'euforia basata a quanto pare su un falso, ma che suona come un segnale lampante per i vicini.
Settimana scorsa stessa sorte era toccata al despota dello Zimbabwe Mugabe, con annunci di morte poi smentiti. La gente oppressa d'Africa, che non può e non riesce a liberarsi dai tiranni, affida dunque la propria liberazione all'inevitabile scure che prima o poi tutti abbatte?
Il punto però resta un altro: nessuno è eterno e se non sarà per un attentato (come si sta vociferando in queste ore), sarà per vecchiaia o malattia. Cosa accadrà quel giorno? Oggi ne abbiamo una prova in Congo. Ma in Rwanda? Senza il pugno di ferro del capo, che ne sarà dello sviluppo a marce forzate e della concordia nazionale imposta?

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