10 agosto 2011

Appunti di viaggio 3: bilancio e impressioni

Ad una settimana dal rientro, sono ancora tanti i pensieri che affollano disordinatamente la mente. La seconda parte del viaggio non mi ha permesso di scrivere, non c'erano connessioni disponibili e mancava anche il tempo per pensare ed elaborare.
Lasciata Goma, ci siamo diretti all'interno, girando per cinque giorni nei villaggi del Masisi. Cosa impensabile, fino a poco tempo fa: l'insicurezza e la guerra non l'avrebbero permesso. Oggi, con qualche prudenza e qualche disagio, il Masisi si può girare senza grossi problemi. Certo, il mio punto di vista è particolare: un giro tra amici e parenti, che permette uno sguardo raro sulle realtà quotidiane, che a pochi occidentali è concesso da queste parti.
Alcune note, un po' alla rinfusa: i villaggi che fino a un anno fa erano isolati e tagliati fuori dal mondo, ora sono coperti dalla rete di telefonia mobile. Un cambio epocale. Il problema è che c'è una sola compagnia, ed è SuperCell, ruandese (ce la dice lunga...). Io col mio numero italiano non vi avevo accesso.
La gente vive come può. La guerra è finita, grazie a Dio, ma resta l'insicurezza dovuta più ad atti di banditismo e criminalità che altro. La presenza di militari è massiccia e un po' ambigua, dato che non è ben chiaro se e quanto siano fedeli al governo centrale. Invece, in ogni villaggio svetta la bandiera del CNDP, il movimento politico nato dalla ribellione del generale Nkunda.
I timori e le paure ora riguardano le elezioni presidenziali, che si avvicinano e che a tanti paiono a rischio. L'attuale presidente Kabila, solo cinque anni fa, in queste province orientali del paese aveva stravinto, con percentuali che andavano oltre il 90%. Nessun broglio, ero presente come osservatrice elettorale: la gente ci credeva davvero, vedeva in lui l'uomo nuovo. Bene: sono bastati pochi anni per dsperdere un tale patrimonio di fiducia. Kabila non ha fatto niente. Niente di quanto promesso. Si è solo arricchito. E la gente vede e sa. Tanti sono talmente delusi che non andranno nemmeno a votare. Non serve a nulla che ora, in vista del voto di fine novembre, faccia sistemare le strade di Bukavu e (forse!) di Goma. Non lo voterà più nessuno, da queste parti. E lui, che lo sa, ha preventivamente cambiato la costituzione: non più due turni, ma un turno unico. Chi ha la maggioranza relativa, resta o diventa presidente. Anche con un 20%. Ed è proprio questo il timore che in tanti mi hanno espresso: che un'eventuale conferma di Kabila non venga accettata e sia l'avvio di nuovi scontri... o di una nuova ribellione.
E intanto, rabbia e proteste da parte dei tanti che non riescono a registrarsi per avere la carta elettorale. Pasticci o vera malafede? A sentire la gente che aveva inscenato un vero sciopero a Mweso, vicino a Chitchanga, con tanto di blocco di un ponte (snodo fondamentale per tutto il traffico via terra nel Masisi), la CENI (la commissione elettorale) starebbe volutamente escludendo dal voto alcune fasce della popolazione, favorendone altre. Inoltre, denunciano che verrebbe chiesto del denaro per il rilascio della Carta d'elettore. Ma di questo ed altri particolari spero di poter parlare con fonti e dettagli in un vero articolo... sperando che qualcuno sia interessato a pubblicarlo. Per ora, sto cercando invano...

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