11 giugno 2010

Fischio d'inizio


E siamo arrivati all'11 giugno. Dopo la solita cerimonia inaugurale, si aprono i mondiali di calcio. Per la prima volta nella storia, in Africa.
Non pensavo di occuparmene, essendo la sottoscritta poco o nulla attenta ai fenomeni sportivi. Eppure già da ora mi accorgo che siamo davanti non solo ad un evento storico per il continente, ma anche ad un'opportunità dalle conseguenze difficilmente calcolabili.
In rete, in tivù, alla radio già impazza Waka Waka, l'inno di Shakira, coi suoi ritmi e le sue movenze zulu. Le pubblicità si sono tutte già adeguate: una nota bibita (che non cito perché è tra quelle che boicotto da anni) ha prodotto uno spot semplicemente fantastico, che continuo a riguardare (!), non solo per la musica e le immagini, ma anche perché mi pare colga bene lo spirito del continente, fatto di gioia inventiva, creatività, di quello che in Congo chiamano "se débrouiller", cavarsela, sbrigarsela da sè. E soprattutto dignità e orgoglio.
La Rai poco fa trasmetteva le immagini dell'inaugurazione, i commentatori parlavano in studio e sullo sfondo comparivano immagini di bimbi nelle township sudafricane. Un cronista è stato inviato a Soweto e mostra le casette in cui vivevano, anni fa, Nelson Mandela (l'ho visitata nel 2005) e Desmond Tutu (mitico, ieri sera!): dice che quella è l'unica strada al mondo in cui hano vissuto due premi nobel. Intanto, ieri sera andava in onda lo spot "One goal, education for all". E l'immagine di Mandela sovrasta tutto e tutti.
Ecco: quello che anni di attivismo e campagne di sensibilizzazione non hanno ottenuto, forse forse accadrà ora, in questo mese di partite e palloni. Mai mondiale è stato così politico, nel senso più ampio e profondo del termine. E forse (spero di non ingannarmi) sarà finalmente la svolta per l'Africa e la sua immagine nel mondo: non solo tragedie, non solo miseria, ma nemmeno solo turismo avventuroso, safari finti, resort che ignorano la realtà in cui si trovano. Forse, con la semplicità del tifo e dello sport, si riuscirà a rendere giustizia a un continente che per la prima volta è sulla scena mondiale, per un mese di fila, da protagonista e non da comparsa, da chi detta le regole e non da chi le subisce. Non è molto. Non risolverà i problemi del continente. Ma è già una rivoluzione. L'Africa è scesa in campo. Era ora.
Simama Africa!

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