19 dicembre 2008

Somalia, mare affollato

Di ieri la notizia che la Cina, per la prima volta dal Xv secolo, è pronta ad inviare la sua flotta da guerra lontano da casa, fino alle coste somale.
Due giorni prima, gli Usa avevano fatto pressione sulle Nazioni Unite per l'approvazione di una bozza di risoluzione, da loro presentata, che autorizzi l'uso della forza non più solo in mare, ma anche sulla terra ferma e nello spazio aereo. Tutto, per sconfiggere i pirati.
L'Unione Europea si era già mossa da tempo: già da fine ottobre le sue navi pattugliano i mari del Corno d'Africa. Prima volta nella giovane storia dell'UE.
Gli assalti alle navi cargo si sono moltiplicati, tanto da impensierire tutti. I pirati riescono ad ottenere riscatti milionari, forse proporzionali ai carichi delle navi di questo affollato tratto di mare. Clamoroso il sequestro durato due mesi della nave ucraina carica di armi e carri armati, diretta ufficialmente in Kenya.
Ora, che anche la Cina si muova per difendere questo tratto di mare la dice lunga sugli interessi miliardari che vi si muovono: probabile che il gigante asiatico sia determinato a proteggere i cargo che esportano i suoi prodotti e importano le preziose materie prime africane.
Ma questa concentrazione di navi da guerra di mezzo mondo in un tratto di mare così sensibile non lascia presagire nulla di buono.

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